MONTE FINESTRELLE – Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa – a cura del Presidio di Salemi
Programma
Ritrovo dei partecipanti alle ore 9:00 a Gibellina davanti la stazione ferroviaria e proseguimento in macchina fino al castello di Rampinzeri , sede di Lega Ambiente a Santa Ninfa.
L’escursione si svolgerà prevalentemente all’interno della Riserva Naturale la cui Direttrice Giulia Casamento ci illustrerà gli aspetti salienti del territorio e i motivi della necessità della specifica tutela ambientale.
Dati Tecnici dell’escursione
Fascia altimetrica: da altocollinare a bassomontana (Q/q=663/440)
Lunghezza del percorso: km 6 circa Dislivello salita/discesa: m 300 circa
Tempo di percorrenza: h 3,30 circa; h 4,30 comprensiva di soste
Tipo di terreno: misto, con sentieri e stradelle diverse (erbose, sterrate, cemento) Livello di difficoltà: E
Equipaggiamento. L’abbigliamento e l’attrezzatura dovranno essere idonei alla pratica dell’escursionismo nella fascia altimetrica alto collinare e nella stagione invernale (scarponi, zaino, giacca a vento, indumenti impermeabili, provviste e acqua per il pranzo al sacco).
Responsabile dell’escursione Caterina Gucciardi cell. 338 7113293
Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa
La Riserva Naturale Grotta di Santa Ninfa è stata istituita dalla Regione Siciliana nel 1995 per la tutela della Grotta carsica e del suo bacino di alimentazione, corrispondente alla Valle cieca del Biviere. L’area protetta, affidata in gestione a Legambiente Sicilia, ricade in un comprensorio di interesse geologico, geomorfologico e paesaggistico per la presenza diffusa di fenomeni carsici, sia epigei che ipogei, che si sono instaurati sulle rocce gessose: le doline (conche chiuse formate dallo scioglimento delle rocce ad opera dell’acqua piovana); gli inghiottitoi (stretti imbuti che convogliano le acque piovane nel sottosuolo contribuendo alla formazione delle grotte); i karren (piccoli solchi scavati dalle acque piovane sulla roccia). La Grotta, visitabile esclusivamente da speleologi, è una cavità “attiva” di notevole interesse geomorfologico e idrogeologico, di grande bellezza per la ricchezza delle concrezioni sia gessose che carbonatiche. Un tempo ricoperto da macchia e bosco mediterraneo, il territorio protetto è stato influenzato da una secolare attività antropica (agricoltura, pascolo, incendi e, negli ultimi decenni, i rimboschimenti effettuati con specie alloctone). L’area riveste tuttavia un notevole interesse floristico e vegetazionale per la presenza di numerose specie rare e localizzate e di formazioni vegetali di rilievo tra cui la profumata gariga a timo arbustivo, il matorral di alloro, la vegetazione rupestre sulle ripide pareti gessose, le praterie dominate da Ampelodesmos mauretanicus, la vegetazione ripariale con pioppo nero, olmo minore e salice. Per la varietà degli habitat, la Riserva costituisce anche un luogo di rifugio per numerose specie animali, sia stanziali che migratorie. Il monte Finestrelle (662 m s.l.m.) prende il nome dalle tombe rupestri scavate nelle balze rocciose del versante meridionale, del tipo a forno o a grotticella artificiale, tipiche della preistoria e protostoria siciliana. Le tombe più antiche, con cella a pianta circolare, risalgono all’età del Tardo Bronzo (2.000 – 1.000 a.C.), mentre quelle a pianta rettilinea si collocano intorno ai primi secoli del I millennio a.C.; la massima fioritura della necropoli è attestata intorno al IX-VIII secolo a.C. Purtroppo la maggior parte delle tombe è andata perduta a causa di frane e crolli progressivi della scarpata gessosa; le rimanenti sono ridotte a semplici nicchie scavate nella roccia, con la volta crollata e senza l’architettura originaria (vestibolo, porta a cornice rientrante, cella funeraria). La sede della Riserva, ubicata al Castello di Rampinzeri (antico baglio risalente al ‘600) ospita anche il centro visitatori e il Centro Esplora Ambiente, un museo naturalistico coinvolgente ed interattivo che racconta la storia della riserva naturale. (Cfr. Giulia Casamento)